DOZZA E IL MURO DIPINTO

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ROCCA DI DOZZA

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a Rocca di Dozza fu costruita intorno al 1250 per volontà del Comune di Bologna. La Rocca ha subito numerosi interventi di ampliamento e adeguamento funzionale per rispondere alle esigenze dei vari proprietari, ancora visibili all’interno del percorso di visita del museo.

Il castello di Dozza in epoca medievale assunse una posizione particolarmente strategica e per questo motivo è stato oggetto di forti contese tra Bologna e Imola. Queste contese hanno portato a numerose costruzioni, distruzioni e ricostruzioni del castello, fino al Quattrocento quando entrò a far parte dei domini Riario-Sforza.

La famiglia Riario avviò consistenti lavori di fortificazione tra cui la costruzione di forti torrioni arrotondati, il profondo fossato e il ponte levatoio, resero la Rocca una vera e propria fortezza militare.

In epoca rinascimentale è stato adibito a residenza nobiliare per volontà di due potenti famiglie senatorie bolognesi: i Campeggi e i Malvezzi.

Oggi il complesso si presenta come casa-museo che offre ai suoi visitatori tre percorsi da provare: la Fortezza medievale-rinascimentale, la Residenza rinascimentale e la Residenza settecentesca. Il prezioso arredamento, i quadri antichi e gli incantevoli oggetti storici dei Malvezzi-Campeggi decorano in modo suggestivo le nove sale del piano nobile e la cucina storica.

DOZZA

Dozza è considerato uno dei più caratteristici borghi medievali dell’Appennino tosco-romagnolo, sia per il suo stato di conservazione che per lo splendido paesaggio nel quale è immerso. Il nome Dozza deriva dal latino medievale “ducia” (doccia, docciola, doccione); L’etimologia rimanda al concetto di canale che conduce acqua.

La Rocca e la Rocchetta con il Rivellino (la caratteristica fortificazione militare a 2 fianchi distaccati che sale verso la scarpata interna) risalgono al tredicesimo secolo.

Nel 1412 Dozza divenne feudo della famiglia nobiliare degli Alidosi, che poi successivamente cedette il borgo alla famiglia Riario.

Durante xv e xvi secolo Dozza era sotto il dominio di Caterina Sforza moglie di Girolamo Riario, fu proprio quest’ultima a definire l’aspetto della Rocca e delle mura difensive che ancora oggi la caratterizzano.

Nel 1728 cessò l’infeudazione della famiglia Campeggi e la Santa Sede assegnò il feudo a Emilio Malvezzi. Il dominio dei marchesi Campeggi-Malvezzi ha particolarmente accentuato l’appeal militare: quadri seicenteschi e settecenteschi appartenenti alle due casate sono visibili all’interno della Rocca.

All’interno della Rocca sono accessibili al pubblico l’affascinante Sala dei Supplizi, le Antiche prigioni e la suggestiva Cucina. L’antico assetto del borgo medievale di Dozza per secoli è rimasto inalterato, fino ai primi anni duemila quando è stato effettuato un restauro dell’acciottolato di Via XX Settembre, che ha permesso di riaprire le feritoie, recuperare l’antica fontana e portare alla luce una grande olla di fine Ottocento, visibile ora all’ingresso della Rocca.

ROCCA SFORZESCA DI IMOLA

La Rocca Sforzesca è un castello che risale all’epoca medievale che sorge nel centro della città di Imola. La costruzione della rocca risale al 1261 e rappresenta uno dei massimi esempi di fortezza rinascimentale della regione.

Nel corso degli anni ha accolto all’interno delle sue mura rimarchevoli ospiti tra cui: Niccolò Machiavelli, Caterina Sforza, Cesare Borgia e il celebre Leonardo da Vinci. Nel 1502 in cima alle torri della Rocca Da Vinci disegnò la celebre Pianta di Imola, oggi custodita alla Royal Library di Londra.

Quando Imola passo sotto il dominio Pontificio la Rocca perse la sua funzione difensiva , e dal 1524 divenne un carcere pontificio e rimase in funzione fino al 1958.

Nel 1973 la Rocca è stata aperta restaurata e aperta al pubblico come museo. Oggi ospita una prestigiosa collezione di ceramica e una rimarchevole raccolta di armi risalenti al XIV e XX secolo.

BIBLIOTECA DI IMOLA

La Biblioteca comunale di Imola trae le sue origini dalla Biblioteca dei Minori di San Francesco di Imola. L’iniziativa di realizzare una libreria all’interno del convento francescano si deve a padre Giuseppe Maria Setti che a metà del Settecento vincolò le sue rendite alla costruzione e al mantenimento della biblioteca ancora oggi conservata nelle settecentesche eleganti forme originarie.

Durante il dominio francese la biblioteca religiosa fu confiscata ai frati Minori e destinata al Comune. In questo periodo confluirono in San Francesco altre biblioteche ecclesiastiche imolesi tra cui quelle dei Cappuccini, dei Gesuiti, dei Domenicani, dei Carmelitani, del Seminario. L’11 Gennaio 1799 la Biblioteca denominata “ Nazionale” venne finalmente aperta al pubblico.

PALAZZO TOZZONI DI IMOLA

La Residenza nobiliare dei conti Tozzoni rappresenta un esempio rimarchevole di residenza nobiliare abitata ben conservata. Per secoli è stata abitata da famiglie nobiliari e poi solo successivamente è diventata un museo pubblico. Al suo interno si è avvolti dalla rimarchevole struttura architettonica tardo-barocca con i suoi antichi e i suggestivi suppellettili.

Il ricco percorso espositivo si snoda attraverso sontuosi ambienti quali l’Appartamento Barocchetto, lo scalone d’ingresso ornato di statue opera di Cosimo Morelli, prestigiose quadrerie di dipinti, collezioni di stampe, medaglie, stucchi e incantevoli ceramiche.

Le cantine e gli spazi domestici sono visitabili dal pubblico e ospitano una ricca collezione di strumenti ed attrezzi della civiltà contadina locale di grande interesse storico.

MUSEO DI SAN DOMENICO DI IMOLA

Il Museo di San Domenico nasce come convento e ha origine trecentesca, al suo interno sono esposte le collezioni d’arte della città. In questi anni il complesso conventuale è stato oggetto di un’attenta opera di ristrutturazione con il fine di accogliere al suo interno in un’unica sede i Musei Civici di Imola.

Dal 2011 è aperto al pubblico e ha in esposizione circa 600 pezzi tra suggestivi dipinti, preziose sculture, ceramiche arcaiche , prestigiosi boccali rinascimentali, disegni, monete e medaglie delle collezioni civiche legate alla storia e alla cultura della città di Imola.

Al suo interno sono esposte opere d’arte che ripercorrono differenti epoche storiche spaziando dai dipinti di Innocenzo da Imola , Lavinia Fontana, Bartolomeo Gandolfi fino ad arrivare alle opere di artisti contemporanei come Filippo De Pisis a Giorgio Morandi.

PALAZZO E PONTE ALIDOSI DI CASTEL DEL RIO

Palazzo Alidosi è la sede del comune risalente al XVI sec, racchiude racchiude il rinascimentale Cortiletto delle tre fontane con loggia sorretta da tre colonne e affreschi del pittore Giuseppe Pasini.

Al suo interno si può visitare il Museo del Castagno e il Museo della Guerra, con oltre un migliaio di reperti bellici della Prima e della Seconda Guerra Mondiale.

Il piano interrato ospita la Cantinaccia, un luogo di accoglienza turistica, di vendita dei prodotti enogastronomici e degustazione dei prodotti locali.

Il Ponte Alidosi è un autentico capolavoro di ingegneria civile dell’architetto Andrea Guerrieri. Il ponte è stato commissionato da Obizzo II Alidosi nel 1499 con lo scopo di evidenziare la potenza e la stabilità della famiglia Alidosi. La costruzione del ponte agevolò gli scambi commerciali nella vallata avvantaggiando il comune di Castel del Rio, ultimo feudo della famiglia Alidosi.

Nel 1897 è stato proclamato monumento nazionale. Il ponte possiede una struttura a schiena d’asino con un’unica arcata di 42 metri ed una freccia di 19 metri che attraversa il fiume Santerno.

centro riabilitazione montecatone

MONTECATONE REHABILITATION INSTITUTE

Il Bed & Breakfast MaGiC è situato a pochi chilometri dall’Ospedale di Montecatone, riferimento nazionale per la riabilitazione intensiva di persone colpite da lesioni midollari e struttura di eccellenza per le lesioni cerebrali acquisite.